I "ciciu" si sono formati presumibilmente al termine dell'ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna (affluente di sinistra del torrente Maira) ad esondare, erodendo le  pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un'enorme massa di detriti. Questo portò alla formazione di un conoide alluvionale costituito da un terreno rossiccio, ricco di sostanze ferrose, che costituisce i gambi degli attuali funghi di erosione. In seguito, presumibilmente per effetto di frane e terremoti, rotolarono a valle diversi massi staccatisi dal monte San Bernardo: pietre di colore più scuro, che ricoprirono il terreno alluvionale. A poco a poco il Faussimagna ricoprì anche le pietre scure, fino a quando, per effetto dei violenti movimenti tettonici avvenuti durante il Pleistocene superiore, il terreno subì un improvviso innalzamento, e il fiume si ritrovò a scorrere più in basso. Iniziò quindi ad erodere il terreno, riportando alla luce i sassi che aveva ricoperto, arrotondandoli e levigandoli a poco a poco. Allo stesso modo il terreno subì l'azione erosiva degli agenti atmosferici: ma mentre il terreno poco coerente del versante della montagna venne portato via facilmente, i sassi fornirono una sorta di "protezione" alle colonne di terreno sottostanti, riparandoli come se fossero ombrelli. Il risultato è quello che vediamo ancora adesso, con i massi erratici sorretti da colonne di terreno: dei camini delle fate. L'azione erosiva non si ancora fermata ai nostri giorni: continua ad avvenire, per effetto delle piogge e di rigagnoli che si formano dopo di esse, ma in modo più lento. Tuttavia accade talvolta che la colonna di terreno che sorregge un masso, per effetto dell'erosione, diventi troppo sottile: in questo caso il "ciciu" si distrugge, e il masso rovina a terra, esponendo il gambo a un'erosione accelerata, e proteggendo dal dilavamento una nuova porzione di terreno (ponendo quindi una situazione favorevole alla creazione di un nuovo ciciu, anche se i tempi sono ovviamente molto lunghi). Lo studio effettuato nel 2000 ha poi evidenziando la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di erosione: i "ciciu" si sarebbero quindi formati in almeno due fasi evolutive distinte.[2] Nei secoli si sono sviluppate varie leggende sull'origine di queste formazioni erosive: o frutti di incantesimi oppure frutti di miracoli. Ad esempio, secondo una leggenda i ciciu si formerebbero nottetempo per effetto delle masche, le streghe del folclore piemontese, oppure sarebbero delle masche trasformate in pietra, dopo un uragano che avrebbe interrotto un rito magico di un sabba, con nefaste conseguenze. Ma la leggenda più diffusa è quella che vuole i "ciciu" formatisi in seguito ad un miracolo di San Costanzo, un legionario romano della legione "Tebea" che, secondo la tradizione, venne martirizzato intorno all'anno 303-305 d.C., durante la persecuzione dei cristiani attuata dall'imperatore Diocleziano. Si narra che San Costanzo fosse arrivato fino al monte San Bernardo, per sfuggire a 100 soldati romani che volevano ucciderlo; ad un tratto si voltò verso i legionari che lo schernivano e minacciavano di morte, e disse loro: "O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!", e così si formarono i "Ciciu"[3]. Questo non bastò però a salvare il santo, che fu raggiunto da altri legionari, e ucciso sul monte San Bernardo: nel XII secolo nel luogo dell'uccisione venne costruito il santuario di San Costanzo al Monte, visitabile ancora ai nostri giorni. Questo fenomeno naturale è simile a quello delle piramidi di terra dell'Alto Adige, che ha portato alla formazione di colonne di erosione nelle zone di Renon e Plata, o ai camini delle fate della Cappadocia; ma piramidi di terra sono visibili anche a Segonzano (Trento), Cislano (Brescia) e Postalesio (Sondrio).